Il nostro viaggio di nozze

 

 

Carlotta e Roberto

 

 

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CROCIERA CON COSTACROCIERE

NAVE COSTASERENA

 

“PASSAGGI D’ORIENTE”

 

PARTENZA DA VENEZIA IL 5 SETTEMBRE 2010

 

 

05/09  VENEZIA

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     Venezia, la città dell'arte, della malinconia e del prestigio: questo straordinario scenario architettonico si sorregge su un arcipelago d'isolette, separate da una rete di canali valicati da circa 400 ponti, un tempo di legno, poi sostituiti con altri in pietra, tutti ad arco. Il canale principale, che forma la maggiore arteria cittadina, è il celebre Canal Grande: valicato da tre grandi ponti, che ha la forma di una gigantesca "S" rovesciata e divide la città in due parti disuguali a loro volta suddivise in sei sestieri: Cannaregio, San Marco e Castello sulla riva sinistra; Santa Croce, San Polo e Dorsoduro su quella destra del canale.
     La viabilità acquatica, con gondole, barche, vaporetti, motoscafi, barconi, che fungono da taxi e mezzi di trasporto per persone e merci, prevale decisamente sul sistema di circolazione terrestre, costituito da poche vie principali e da un intrico di "calli", anguste e tortuose, che si sviluppano tra canali, rii, campi (piazze adiacenti alle chiese), campanili e fondamenta (vie che fiancheggiano i canali) che quasi mai sono percorribili con auto o moto. La singolarità dell'ambiente si spiega con la sicurezza che la posizione offriva dagli attacchi del mare e dei nemici: di fatto Venezia fu fondata da alcuni nuclei di profughi di Spina, Adria e Aquileia in seguito alla calata degli Unni nel V secolo dopo Cristo. Governata dai "tribuni marittimi" e poi dal Doge sotto la protezione dell'impero bizantino, nel IX secolo la città divenne un gran porto commerciale, con una funzione di collegamento tra i mercati d'oriente e d'occidente attraverso l'Adriatico: ma il suo predominio commerciale si trasforma ben presto anche in prestigio militare. In pochi anni riuscì a dominare tutte le coste orientali dell'Adriatico spingendosi fino all'Oriente colonizzando territori e assicurandosi mercati di gran rilievo, rivaleggiando sul mare con Genova e le altre repubbliche marinare per affermare il proprio incontrastato dominio.
     Prima i turchi, che scalzarono i veneziani da molte colonie orientali, e poi i fermenti della rivoluzione francese incrinarono questo perfetto governo aristocratico dove commercio e forza militare si sostenevano a vicenda. Nel 1797 una Venezia ormai molto indebolita è assoggettata dal trattato di Campoformio all'Austria e, solo in seguito, è annessa all'Italia.
     Il Canal Grande, soprattutto se percorso in battello, offre una rapida visione d'insieme dei palazzi più belli di Venezia: dall'Accademia alla Cà d'Oro, dal Casinò al palazzo della Biennale, dall'Università alla Chiesa della Salute fino al celeberrimo ponte di Rialto per arrivare a Piazza San Marco dove il canale si apre e forma un'ampia ansa molto ariosa. La piazza, cuore di Venezia e simbolo dei veneziani, è un gioiello architettonico, una delle piazze più belle di tutt'Italia, un miracolo in trachite e pietra d'Istria. Qui si svolgevano un tempo le cerimonie religiose e civili e le magiche feste del Carnevale. I caffè e i negozi che la circondano sono tuttora un vivace punto d'incontro della città
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     Di particolare rilievo è la lavorazione del vetro che è prodotta nell'isola di Murano da numerose aziende artigiane, maestre nella produzione di vetro soffiato e cristalli artistici. Molto bella è difficilissima è la produzione delle cosiddette "murrine", decorazioni artistiche nelle quali il vetro colorato è soffiato e tagliato all'interno di globi di vetro limpido con grande maestria e straordinaria precisione. Di estremo interesse è poi la produzione di merletti. Gli specchi veneziani, realizzati con le tecniche antiche, foglia d'argento su una lastra di vetro, arricchiti di cornici sempre in vetro dalle forme sinuose, plastiche e svolazzanti, continuano ad essere prodotti in numerosi laboratori artigiani.

 

 

06/09 BARI

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     Bari, la seconda metropoli del meridione italiano, è nata come un grande centro agricolo, industriale e soprattutto commerciale, dotata di attivo porto ed importante nodo di scambi con il vicino Oriente. La sua origine è strettamente legata alle attività marittime che, nel medioevo, dagli spazi immediatamente prospicienti alla costa, crearono un ordinato quartiere dalla precisissima connotazione a scacchiera tanto da sembrare nato su un reticolato romano poi riadattato dai bizantini.
     La città vecchia ospita numerose testimonianze delle civiltà che si alternarono alla guida storica di Bari: i romani la resero un porto molto florido in grado di ospitare decine di navi onerare che trasportavano vino e frumento provenienti dalle campagne in grandi quantità; i bizantini consacrarono il ruolo commerciale di Bari fino all'arrivo dei Normanni, che trasformarono Bari anche dal punto di vista architettonico costruendo chiese, portali e palazzi. Fu proprio in questo periodo che sorsero i principali monumenti, come San Nicola e la Cattedrale.
     Sotto gli Svevi (Federico II) fu restaurato il castello, che venne poi nel XVI secolo rafforzato e abbellito per farne dimora delle duchesse Isabella d'Aragona e Bona Sforza. Il castello, forte di una mole possente e grandiosa, consta di due parti distinte: il castello vero e proprio, detto anche mastio, di origine bizantino normanna e trasformato da Federico II nel 1233-1240 a pianta trapezoidale con due torri delle quattro originarie; e i baluardi a scarpata con torrioni angolari a lancia sul fossato, aggiunti nel '500 sui tre lati verso terra. Il lato che da sul mare conserva il portale ogivale e le belle bifore della costruzione duecentesca. Il regno di Gioacchino Murat (nel 1813) segna l'inizio dell'espansione edilizia moderna, realizzata con un preciso piano regolare a scacchiera, spartito da vie rettilinee; ove si trovano il Museo Archeologico e la Pinacoteca Provinciale. Le due chiese principali, la Cattedrale, edificata nella prima metà del secolo XI e ricostruita negli ultimi decenni del secolo XII in seguito alla distruzione della città a opera di Guglielmo il Malo nel 1156, e la chiesa di San Nicola, rappresentano insieme al Castello Svevo Normanno le creazioni architettoniche più importanti dell'intera Puglia.
     Molto affascinante è la storia di San Nicola, basilica della città, eretta tra il 1087 ed il 1197 per custodirvi il corpo del santo, che 62 marinai avevano trafugato da Mira, in Licia, nel 1087, va considerata uno dei prototipi delle chiese romanico-pugliesi. La facciata maestosa e semplice, fiancheggiata da due torri campanarie mozze, tripartita da lesene, aperta in alto da bifore ed in basso da tre portali, dei quali il mediano, a baldacchino su colonne, è riccamente scolpito fa si che la basilica di San Nicola sia il tempio cristiano cui la cittadinanza barese è maggiormente legata.
     Tipica è la cucina di Bari che vanta numerosi e ottimi piatti di pesce quali il dentice alle olive, le orate alla San Nicola, le alici arracanate ed i polipetti in casseruola. Tra i dolci si ricordano le cartellate, i taralli e le paste reali. Vini pregiati della provincia di Bari sono il Primitivo, il Castel del Monte e il moscato di Trani.

 

 

07/09 KATAKOLON/OLIMPIA

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     Si tratta di un porto piccolo e recente, fondato alla metà del secolo scorso, e inevitabilmente legato alla leggendaria e vicinissima Olimpia. Secondo gli annali, che ne descrivono abbastanza dettagliatamente, ma non senza un'aura leggendaria, la nascita e la storia, Olimpia sarebbe una località pastorale prescelta direttamente dal re degli dei, Zeus, per promuovere il proprio culto da parte dei greci. Olimpia, insieme con Delfi, la cittadina dedicata ad Apollo, e alla stessa Atene, è il luogo di culto mitologico più importante della Grecia tradizionale: qui nacquero i giochi olimpici che, secondo la tradizione ellenistica, ripresa anche dal celebre poeta greco Pindaro, sarebbero stati intrapresi in onore di Pelope, personaggio leggendario che avrebbe attribuito il nome allo stesso Peloponneso.
     In principio i giochi, poche specialità dedicate alla corsa o prese a prestito dalle discipline militari, che avevano caratteristiche di grande lealtà e coraggio, duravano soltanto per un giorno ed erano frequentemente interrotti da cerimoniali religiosi. Poi la celebrazione dei giochi olimpici, che si rinnovavano ogni quattro anni al solstizio d'estate, si protrasse fino a durare anche alcune settimane durante le quali qualunque conflitto in atto era sospeso proprio per rendere possibile lo svolgimento dei giochi stessi. Il cerimoniale dei giochi olimpici era ferreo: le donne, eccezion fatta per la sacerdotessa di Era, non erano ammesse, pena la morte, e tutti i concorrenti dovevano essere greci. Ai vincitori (allora non esistevano sponsor né compensi in denaro) andava il trionfo pubblico, la presenza in una sorta d'albo d'oro inciso sulla pietra e una statua che non doveva superare le dimensioni naturali. Dopo oltre 1200 anni di storia ininterrotta le Olimpiadi furono chiuse nel 393 d. C. da Teodosio I per riaprire, proprio ad Atene nel 1896 su iniziativa del barone francese Pierre de Coubertin.
     La scoperta di Olimpia risale al 1776, ma tutti gli scavi più importanti sono recentissimi: il Tempio di Zeus, ad esempio, è stato riportato completamente alla luce da archeologi tedeschi che sono, di fatto, riusciti a ricostruire parte delle colonne frontali e di quelle laterali raccogliendo statue dei vincitori dei giochi, ex-voto e piccoli templi devastati da una serie di terremoti, che purtroppo in passato erano piuttosto frequenti in questa zona. Tutta la vita di Olimpia si snodava intorno alle mura sacre del Santuario, entro le quali si trovavano i templi e tutti i luoghi di culto. La parte più antica del Santuario è quella dedicata ad Era, distrutta e saccheggiata immediatamente dopo la proibizione del culto pagano ordinata da Teodosio. Davvero molto affascinante è lo Stadio capace di accogliere fino a 45.000 spettatori. Qui sono stati rinvenuti vari ex-voto tra cui spicca l'elmo di Milziade, donato agli dei in onore della vittoria ateniese a Maratona. Ancora visibili nell'ampio spazio creato dallo stadio le linee di partenza e di arrivo delle gara di corsa. Tutti i reperti archeologici sono conservati all'interno del Museo.

 

 

08/09 SMIME

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     Capoluogo di provincia con quasi tre milioni d'abitanti, Smirne (Izmir in turco) è, dopo Istanbul, la seconda città della Turchia grazie al movimento del suo porto e all'intensa attività industriale che, dai tradizionali settori legati all'agricoltura, si è andata ampliando sino a comprendere cantieristica, meccanica e impianti chimici e per la raffinazione del petrolio. Posta all'interno di una bella baia contornata da ridenti colline, la città è divenuta negli ultimi decenni una metropoli con una regolare struttura urbanistica e nuovi quartieri residenziali.
     Gli scavi archeologici hanno dimostrato come il primo insediamento di Smirne risalga probabilmente al III millennio a.C. Nel X secolo a.c. vi si insediarono coloni provenienti dall'isola di Lesbo. Occupata dagli Ioni verso la fine del IX secolo, attraversò una lunga fase di floridezza economica e fervore culturale, per passare poi sotto il controllo di numerosi tiranni locali fino alla conquista di Alessandro Magno (334 a.C.) A partire dal 27 a.C., con l'affermarsi della denominazione romana, la città conobbe un nuovo periodo di prosperità, durante il quale si arricchì di sontuosi monumenti, dei quali restano tuttavia poche tracce. Distrutta da un violento terremoto nel 178 fu poi ricostruita per ordini di Marco Aurelio. Divenuta importante sede vescovile all'epoca di Costantino, subì un lento declino a causa delle incursioni arabe. Assediata dai turchi la città fu espugnata (1076) e in seguito usata come base per scorrerie nel mare Egeo. Più tardi divenne feudo dei Cavalieri di Rodi. Fu poi definitivamente annessa all'Impero ottomano da Maometto I Celebi, nonostante gli sforzi della flotta veneziana che tentò più volte di rioccuparla.
     Smirne ha conservato la sua prosperità, soprattutto grazie all'attività commerciale del suo porto che in ogni epoca ha rappresentato una tappa obbligata lungo le rotte tra Oriente e Occidente.
     Nella vastissima piazza, dominata dalla moderna torre dell'orologio in stile moresco, dono del kaiser di Germania Guglielmo II, si affacciano il municipio, la Konak Camii, piccola moschea rivestita da piastrelle smaltate e circondata da un ampio giardino ed il Centro Culturale cittadino.
     Nel centro della città, a ovest della stazione ferroviaria ( Basmane Gari), si estende la vasta area verde del Kultur Parki, attrezzato con un luna park, uno zoo, un laghetto e padiglioni in cui ogni anno, da metà Agosto a Settembre, si tiene la Fiera Internazionale di Izmir, forse la fiera commerciale più importante del Mediterraneo.
<      Vale la pena visitare il Museo Archeologico inaugurato nel 1983 che presenta reperti rinvenuti a Efeso, Belevi, Myrina ed Eritre. Il vecchio edificio adiacente al Museo Archeologico ospita il Museo Etnografico che espone interessanti collezioni di arte e artigianato popolare: ceramiche, utensili in rame, ricami, costumi tradizionali, scialli e tessuti decorati con silografie, tappeti, armi e armature.
     Ultima tappa per gli amanti dello shopping è il coloratissimo e animatissimo bazar con botteghe raccolte in settori specializzati nella vendita dei diversi prodotti locali.

 

 

09/09 ISTAMBUL

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     Bisanzio, Nova Roma, Costantinopoli, Istanbul: quattro città, tre imperi, una storia di oltre 3000 anni di dominio e di commercio floridissimo tra oriente e occidente. Insieme con Roma e Atene, Istanbul, ha scritto la storia più antica e importante del Mediterraneo. Molte testimonianza della sua antica potenza affiorano ancora oggi in tutta la loro bellezza in monumenti, piazze e moschee. Oggi Istanbul è una metropoli modernissima, che ospita oltre sei milioni d'abitanti, pur mantenendo le sue tradizioni e un feroce attaccamento alle proprie radici. I greci la nominarono Bisanzio, mentre per i romani, questa città rappresentava la copia orientale di Roma perché, come la città capitolina, era stata costruita su sette colli. L'imperatore Costantino, trovandosi a confronto con una potenza di difficile gestione la trasformò in capitale dell'impero romano d'Oriente.
     La città è divisa in due parti, quasi a simboleggiare il fatto che si tratta dell'unica città al mondo costruita per metà in Europa e per metà in Asia. Le due parti sono unite dal ponte di Galata, lungo 1560 metri che per i turchi, rappresenta non solo l'est e l'ovest, ma anche il punto d'unione tra il vecchio e il nuovo.
     La Basilica di Santa Sofia, oggi museo, è uno straordinario esempio d'arte architettonica con marmi, metalli e pietre preziose che ne intarsiano pareti e gallerie. La Moschea Blu (Moschea di Sultanhamet) era stata concepita per superare in bellezza proprio la Basilica: con i suoi 6 minareti e l'armoniosa cascata di cupole, è una dei luoghi di culto islamico più belli e famosi del mondo. Il centro della vita pubblica, fu per secoli, lo stadio. Della struttura originaria oggi si possono ammirare solo l'Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina di bronzo e l'Obelisco di mattoni. Il Palazzo di Topkapi è, di fatto, il più importante museo della città. Conserva veicoli, ceramiche turche, armi, porcellane cinesi, libri, miniature e il famoso tesoro in cui sono esposti i gioielli imperiali, oltre alle reliquie del Profeta dell'Islam Maometto.
     Un cenno merita senza dubbio la cucina turca: tra le specialità il cerkez tavugu (pollo alla circassa), e i biber dolmasi (peperoni ripieni stufati). Squisiti i dolci: hanim gobegi (ombelico di dama), e dilber dudagi (bocca di dama) costituiscono gli esempi più conosciuti di una varietà infinita.
     Istanbul si presta in modo particolare agli acquisti, sia negli antichi bazar sia nei negozi moderni. Il Gran Bazar, nella vecchia città costituisce indubbiamente il centro commerciale preferito dai turisti. Il dedalo di vicoli e bancarelle offre migliaia e migliaia di occasioni di ogni tipo: gioielli e tappeti, in particolare quelli anatolici, sono i pezzi più ricercati. Molto pregiati anche manufatti di rame, onice e pelle, così come le caratteristiche teiere, o tutti i pezzi artigianali in rame.

 

 

11/09 DUBROVNIK

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     Porto molto suggestivo della costa dalmata che, tra isole, insenature, baie e scorci molto pittoreschi, offre una delle panoramiche più deliziose della riviera adriatica di entrambe le sponde. Una città dall'esistenza molto avventurosa che risente in modo impensabile di radici veneziane, che sembrano lontane e che, invece, compaiono dietro ogni monumento e costruzione.
     Basti pensare che il percorso principale che taglia in due la città vecchia e che assomiglia in modo impressionante a qualunque altro borgo antico italiano, si chiama "Stradun", in veneto. E non è comunque difficile, tra i cognomi dei residenti trovare qualcosa di molto famigliare visto che anche i genovesi qui, hanno lasciato radici interessanti con i propri traffici e commerci.
     Venezia fece sentire pesantemente la sua influenza anche nelle vicende storiche: ad ogni successo della Serenissima sull'Adriatico collaborava anche questa parte della costa dalmata che, con la crisi della repubblica marinara subì invece in modo molto pesante l'avvento del dominio turco che per altro, in questa zona, si dimostrò comunque rispettoso di palazzi e costruzioni che ancora oggi risentono del dominio dei San Marco.
     Molto evidenti sono anche le tracce religiose, conventi e chiese; gli esempi più clamorosi in tal senso sono gli insediamenti francescani e dominicani che rappresentano anche un patrimonio culturale e artistico conservato e preservato con grande attenzione dai dalmati.
     Molto pittoresca la zona collinare che sorge alle spalle di questa città, dedita con intelligenza e con molti investimenti, al turismo, ma anche al commercio, all'industria leggera e alla logistica marittima attraverso il suo scalo che è uno dei più attivi del Mediterraneo.

 

12/09 VENEZIA

RIENTRO A CASA